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 Le Mostre Passate

2017/2018

Tessuto e ricchezza a Firenze nel Trecento. Lana, seta, pittura

5 dicembre 2017 – 18 marzo 2018 ** prorogata fino al 15 aprile 2018 **

Giovanni Baronzio, il Battesimo di Cristo,
1330-1335, tempera su tavola, Washington, DC, National Gallery of Art

L’esposizione, ideata e curata dalla direttrice del museo Cecilie Hollberg, si concentra sull’importanza dell’arte tessile a Firenze nel Trecento, dal punto di vista economico e artistico dei costumi della società del tempo.

È proprio nel Trecento che – la moda – come nuovo fenomeno legato al lusso inizia a svilupparsi. La qualità della lana ed in seguito della seta dei prodotti fiorentini raggiunse, nonostante i costi molto alti delle materie prime e dei coloranti, un livello di eccellenza tale da imporsi in tutta l’Europa, a dispetto delle guerre, delle frequenti epidemie, nonché delle crisi finanziarie e dei conflitti sociali. Soprattutto dopo la Peste Nera del 1348, nasce la moda, ricca di sfarzo, lusso e voglia di vita che si diffonde con enorme rapidità in tutta Europa come celebrazione della vita.

Lussuose stoffe erano richieste ovunque, dal Medio Oriente all’Asia, dalla Spagna alla corte del sacro romano impero di Praga, dalla Sicilia fino al mar Baltico. Si trattava di un fenomeno di straordinaria diffusione geografica e di prestigio senza eguali, nonché di un enorme fonte di ricchezza.

La lavorazione dei tessuti diviene ben presto la base dell’enorme ricchezza della città di Firenze. Le grandi corporazioni della Lana e della Seta, chiamate all’epoca l’Arte di Calimala e l’Arte di Por Santa Maria, sono diventati detentori del potere politico e, allo stesso tempo, straordinari committenti d’arte. Hanno avuto la richezza ma anche il potere per investire non solo nel campo dei tessili ma anche in beni di lusso, nell’architettura e nella produzione artistica dell’epoca. Il loro potere nella Firenze del trecento è evidente nella storia della città che tutt’oggi si può vedere nei palazzi ed opere d’arte.

La mostra si concentra sui tessili nati in questo periodo e della loro “fotografia” dentro i dipinti del tempo. Gli artigiani e i pittori, in particolare, trovarono ampia ispirazione dalle stoffe e dalla moda del tempo, replicando le lussuose trame dei tessuti nelle tavole e negli affreschi custoditi in città così come è possibile riscontrare nelle opere tessute e dipinte visibili nell’esposizione.

Alcune delle opere più rappresentative presenti:
Il Battesimo di Cristo di Giovanni Baronzio, proveniente dalla National Gallery di Washington
– un frammento di tessuto con fenici e foglie di vite, proveniente dal Museo del Tessuto di Prato
Incoronazione della Vergine e quattro angeli di Gherardo di Jacopo, detto Starnina, proveniente dalla Galleria Nazionale di Parma
– il grande Crocifisso del tardo Duecento appartenente alla Galleria dell’Accademia – restaurato per l’occasione

Durante la mostra, il museo organizza laboratori per le famiglie con bambini dai 6 ai 10 anni. E’ prevista un’attività didattica suddivisa in laboratorio e visita guidata alla mostra come caccia al tesoro. I laboratori gratuiti sono organizzati ogni sabato alle 9 e alle 11; per prenotare il laboratorio (anche biglietti al museo), chiamate il 055-294-883 o mandate una mail a firenzemusei@operalaboratori.com.

Notate la straordinaria bellezza delle figure broccate: orsi, cani, uccelli. Stoffa di origine italiana della seconda meta del XIV secolo, oggi conservato al Museum für Kunst und Gewerbe Hamburg.

2016

CARLO PORTELLI: Pittore eccentrico tra Rosso Fiorentino e Vasari

22 dicembre 2015 – 20 giugno 2016 ** prolungata **

Carlo Portelli Allegoria dell’Immacolata Concezione Firmata e datata 1566 Tavola Firenze, Galleria dell’Accademia

Carlo Portelli, Allegoria dell’Immacolata Concezione, firmata e datata 1566, tavola     Firenze, Galleria dell’Accademia

La Galleria dell’Accademia annovera, nell’ampia rassegna della pittura fiorentina della Maniera dispiegata nella Tribuna del David, una monumentale pala con l’Immacolata Concezione di Carlo Portelli, datata 1566 e originariamente destinata alla chiesa di Ognissanti, che può, a giusto titolo, essere considerata il suo capolavoro. Il pittore, per quanto titolare di importanti commissioni e fra gli artisti attivi per le maggiori imprese medicee, non ha goduto sin qui di una grande fortuna critica.
Intorno a questa tavola visionaria e neo rossesca che scandalizzò lo storiografo Raffaello Borghini (1584) per l’esibizione sfacciata e irriverente delle nudità di Eva in primo piano, sono stati raccolti  in una mostra tutti i dipinti attendibilmente ascrivibili al Portelli e, grazie a nuovi studi e ricerche intrapresi per l’occasione, è stato possibile definirne una volta per tutte il ruolo nel panorama della pittura fiorentina dell’età vasariana.

La mostra, che espone circa cinquanta opere fra dipinti, disegni e documenti, oltre a valorizzare la pala dell’Accademia, consentirà al pubblico che affolla ogni giorno il museo di conoscere un artista noto solo agli specialisti e invece meritevole di essere apprezzato per la sua originalità, fantasia e capacità di tradurre in pittura concettose invenzioni, sul modello del Vasari.

Carlo Portelli Allegoria della Carità 1550-1560 Tavola Madrid, Museo Nacional del Prado

Carlo Portelli, Allegoria della Carità, 1550-1560, Tavola
Madrid, Museo Nacional del Prado

2015

L’Arnina di Lorenzo Bartolini

18 novembre – 8 febbraio 2015

La piccola e preziosa esposizione, curata da Lia Brunori, vicedirettrice della Galleria dell’Accademia, rappresenta l’occasione per condividere con il pubblico gli ulteriori studi intorno all’opera dello scultore neoclassico pratese Lorenzo Bartolini, che la Galleria fiorentina promuove da anni.

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Protagonista d’eccellenza della mostra una statua in marmo raffigurante la Ninfa Arnina, di squisita fattura, testimoniata dai documenti e dalle fonti, ma della quale si era perso traccia, che è stata rinvenuta in una collezione privata inglese dallo studioso John Kenworthy-Browne.

L’opera, inedita, viene quindi esposta per la prima volta al pubblico affiancata dal suo bellissimo calco in gesso, di proprietà della stessa Galleria dell’Accademia, rientrato dopo essere stato depositato per alcuni decenni presso il Museo Civico di Prato, ed insieme ad alcuni documenti volti ad evocare la complessa vicenda dell’opera bartoliniana che, in questa versione, riporta la dedica a Giovanni degli Alessandri, personaggio di spicco nella vita culturale fiorentina del primo Ottocento.

L’arte di Francesco: Capolavori d’arte italiana e terre d’Asia dal XIII al XV secolo

31 marzo – 11 novembre ** prolungata **

San Francesco riceve le stimmate

Organizzata dalla Galleria dell’Accademia, in collaborazione con l’Ordine dei Frati Minori, e ideata scientificamente con la Commissio Sinica (Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani, Pontificia Università Antonianum di Roma), la mostra si propone di documentare ai massimi livelli qualitativi la produzione artistica di diretta matrice francescana (pittura, scultura, arti suntuarie) dal Duecento al Quattrocento e, nel contempo, di porre in evidenza la straordinaria attività evangelizzatrice dei francescani in Asia, dalla Terra Santa alla Cina, rievocandola anche con oggetti di eccezionale importanza storica e incomparabile suggestione. Tra questi, il corno ritenuto tradizionalmente quello donato al Santo dal Sultano d’Egitto al-Malik al-Kamil nel 1219 a Damietta (Egitto) in occasione del loro incontro e conservato in Assisi nella Cappella delle reliquie della basilica di San Francesco.

Occorre sottolineare che i capolavori d’arte sono presentati in mostra non soltanto dal punto di vista della loro iconografia francescana, ma in primo luogo per il fatto di essere il frutto della committenza dei frati francescani, per il tramite delle loro più prestigiose fondazioni chiesastiche e conventuali, nonché per opera di privati cittadini particolarmente devoti del Serafico e dei suoi più diretti seguaci, quali ad esempio, Santa Chiara, San Bonaventura, Sant’Antonio da Padova, San Bernardino.

2014

“Ri-conoscere Michelangelo”
La scultura del Buonarroti nella fotografia e nella pittura dall’800 ad oggi

18 febbraio – 18 maggio 2014

Riconoscere Michelangelo

In occasione delle celebrazioni per i 450 anni dalla morte di Michelangelo Buonarroti, la Galleria dell’Accademia presenta un’esposizione che affronta il complesso tema del rinnovato interesse e dell’ammirazione per l’artista dall’Ottocento alla contemporaneità, attraverso l’opera di scultori, pittori e fotografi che hanno guardato alla figura del Buonarroti e alle sue opere come riferimento iconografico per le loro realizzazioni.

accademia-amendolaPartendo dalla produzione fotografica realizzata da alcuni tra i più noti ateliers e professionisti del XIX e del XX secolo, si è cercato di evidenziare il ruolo determinante che la fotografia ha svolto nel consolidare la fortuna critica e iconografica di Michelangelo e, attraverso di essa, la celebrazione del suo mito.

Una lettura trasversale, in chiave storico-fotografica, che mette al centro il ruolo svolto dalla fotografia, fin dalle sue origini, nel celebrare uno dei massimi artisti del Rinascimento italiano, e nell’eleggere un ristretto pantheon di immagini di sue sculture a monumenti della memoria collettiva.

Il percorso espositivo include opere di Eugène Delacroix e Auguste Rodin, fotografie degli Alinari e Eugène Piot, Giuseppe Pagano, David Finn, Aurelio Amendola, Henri Matisse, Carlo Mollino, Tano Festa, Antonia Mulas, Helmut Newton e Gabriele Basilico, Karen Knorr, Lisa Sarfati, Tim Parchikov, Frank Horvat, Youssef Nabil, Kim Ki duk, per arrivare a Thomas Struth e Candida Höfer.

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